martedì 6 dicembre 2011

Il Drago Brutto

Il Drago Brütbrüt (Lombardia)

Nella zona compresa fra il lago di Lugano, in Svizzera,  e il Lago Maggiore c’è una serie di piccoli laghi: non per niente la zona si chiama dei Sette Laghi. In uno di questi laghetti, non si sa quale, gli storici e i geografi  lavorano sull’argomento da secoli, ma non riescono a risolvere l’enigma, viveva e probabilmente vive ancora oggi, un Drago. Lo chiamavano il Drago Brütbrüt (che nel dialetto locale significa bruttobrutto), e brutto lo era decisamente. 

Gli abitanti delle sponde del lago avevano una gran paura di lui e non andavano mai a pescare nella zona per timore di incontrarlo. Nemmeno i turisti si avvicinavano alla zona, sempre per paura. In compenso i bambini erano tutti buonissimi: se ne combinavano una delle loro, bastava dire: “Guarda che chiamo Brütbrüt!...” che diventavano tranquilli, buoni e obbedienti come pochi al mondo.

Il Signore della zona, un certo Antipantì (come si chiamasse in realtà tutti lo avevano dimenticato e lo chiamavano Antipantì, che sta per antipatico-antipatico) decise che il Drago doveva essere eliminato ad ogni costo, prima di tutto perché gli faceva paura, e poi con la scusa che nessuno sarebbe più venuto nella zona e gli abitanti del posto avrebbero finito per emigrare. Chiamò i soldati più valorosi che conosceva e propose un premio a chi lo avesse ucciso. La maggior parte rispose:  “Non ci penso nemmeno, ho altro da fare”, altri più educatamente dissero:  “Ho un impegno. Mi dispiace.” Ma la maggior parte pensò che la soluzione migliore fosse un’altra: “Che ci vada lui!”.

Dopo vari inutili tentativi Il Signore Antipantì decise di ricorrere ad una soluzione drastica: chiamò al castello un mago di cui aveva sentito parlare perché era molto conosciuto, anche oltre i confini del suo piccolo stato. “Caro Mago, nel nostro lago vive un orrendo drago che spaventa tutti. Dovresti gentilmente trasformarlo in un animale piccolo piccolo, in modo che la gente non lo veda o se lo vede non si preoccupi più di tanto. Una piccola lucertola ad esempio andrebbe benissimo. Ti darò una ricompensa da sogno se mi farai questo favore”.


Il Mago Ma-ghèt, così si chiamava, accettò l’incarico e si diresse verso il lago. Quando arrivò sulle sue sponde cominciò a recitare la formula magica per realizzare il desiderio del signore Antipantì. Mentre stava recitando la formula, Brütbrüt uscì dall’acqua.


Il Mago si spaventò moltissimo e scivolò nell’acqua. “Aiuto, aiuto, non so nuotare. Adesso il drago Brütbrüt mi mangerà…”

Brütbrüt era molto brutto, ma non cattivo. Ritrasse gli artigli per non fargli male, prese delicatamente Ma-ghèt fra le zampe e lo depose altrettanto delicatamente sulla sponda del lago.



Quando questi si svegliò, ricordò che aveva rischiato di morire. Cercò Brütbrüt per ringraziarlo, ma questi era scappato via per non spaventarlo di nuovo e il Mago tornò mestamente al castello: “Mio Signore, mi dispiace, ma non sono riuscito a portare a termine la mia magia e non ho intenzione di riprovarci”. 
 
Al Signore venne voglia di strapparsi i capelli dalla rabbia, ma decise di mettersi a riflettere per trovare un’altra soluzione. Chiamò i suoi consiglieri più fidati e si misero a confabulare a bassa voce. Usciti loro, entrarono i soldati più coraggiosi e alcuni pescatori. Il Mago Ma-ghèt tentò di ascoltare cosa dicevano, ma parlavano a bassa voce e non si capiva niente. Allora decise di seguirli, naturalmente senza farsi vedere.

 


 Tutti insieme, compreso il Signore, si diressero verso il lago, salirono su una barca da pesca che era stata comprata a dei pescatori del mare più vicino e, un po’ con i remi, un po’ con la vela si diressero verso il centro del lago preparando le reti.

Il Mago capì cosa stavano meditando di fare: il Drago gli aveva salvato la vita e non poteva permettere che gli facessero del male. Quando gettarono le reti e presero Brütbrüt, il mago tirò fuori dalla tasca interna del mantello il suo clarinetto e si mise a suonare. Era un clarinetto magico, e se suonava la melodia giusta si metteva a piovere.


Più il Mago suonava, più pioveva. E quando si mise a soffiare con tutte le sue forze, venne anche un gran vento che fece rovesciare la barca: re, pescatori, soldati, reti e remi  si trovarono nell’acqua, nella bufera di pioggia e vento e il Drago scappò sotto il loro naso. Si salvarono tutti, ma giurarono che non avrebbero mai più nemmeno pensato di far del male a Brütbrüt.



 Qualche giorno dopo il Drago stava prendendo il sole in una spiaggetta nascosta agli occhi di tutti. Era così demoralizzato che aveva deciso di non farsi più vedere dalla gente, dato che tutti avevano tanta paura di lui. Ma non poteva sfuggire al Mago! Mentre era lì tranquillo pensando che nessuno lo avrebbe visto, intravide il Mago che veniva verso di lui. Raccolse rapidamente le sue cose e tentò di scappare. Ma il Mago lo raggiunse e gli disse:  “Tu mi hai salvato la vita. Quando ho visto quello che stavano tentando di farti, ho ricambiato il favore. Ma il Signore mi ha mandato via per questo. Ecco, a me piacerebbe stare con te che ti sei dimostrato un vero amico, se sei d’accordo. Possiamo vivere insieme tranquilli e vedrai che piano piano la gente si accorgerà che la tua bontà supera la tua bruttezza e imparerà ad amarti. Ti farebbe piacere dividere la tua vita con me?”

“Certo, rispose Brütbrüt, è da sempre che cerco un amico e finora nessuno mi aveva fatto una bella proposta così. Grazie Mago Ma-ghèt.”

“Sono io che ti devo ringraziare. Senza di te a quest’ora sarei morto”.

Da allora Brütbrüt e Ma-ghèt vivono insieme sulle sponde del lago. All’inizio ogni tanto, e poi sempre più spesso, la gente andava a chiedere loro consiglio o aiuto o una magia buona.

Antipantì continua a non piacere a nessuno e nessuno fa caso a lui. Neanche i suoi soldati o i suoi consiglieri. E’ rimasto solo. E ha ancora una gran paura di Brütbrüt.  




Nessun commento:

Posta un commento