venerdì 23 dicembre 2011

La piccola renna

Come tutti sanno la notte del 24 dicembre nelle case dei bambini buoni scende Babbo Natale, lascia la slitta sul tetto con le renne e deposita sotto l’albero i doni per tutta la famiglia. Possiamo immaginare quale vasta organizzazione richieda questo rapido passaggio nei camini e sui tetti, dopo mesi di lettura dei messaggi, realizzazione dei regali che i bambini richiedono, impacchettamento, imballaggio negli enormi sacchi che Babbo Natale deve sistemare sulla slitta, lavoro al quale contribuiscono decine e decine di folletti, sempre allegri e indaffarati perché tutto vada per il verso giusto. Le renne intanto riposano in un apposito recinto in attesa della loro notte più lunga dell’anno.

(la foto è di Anna, mia figlia, che è andata di recente a trovare le renne di Babbo Natale)

Poi, quando, passata la lunga nottata, arriva l’alba del 25 dicembre , dopo aver fatto la foto ricordo come si conviene a tutte le famiglie, tutti vanno a dormire un lungo sonno ristoratore per Babbo, renne e folletti. Quando sono tutti riposati, si svegliano, fanno un’abbondante colazione e riprendono il lavoro dei dodici mesi che servono a preparare un nuovo Natale di felicità.
Meno le renne. Loro, stanche morte (correre su e giù per i tetti, rimanere in attesa al freddo e in forte pendenza, trasportare la slitta con i sacchi tanto pesanti è faticosissimo), hanno diritto a qualche mese di libertà nelle grandi pianure dell’estremo nord. Così, dopo aver dato loro un affettuoso saluto e un abbraccio, Babbo Natale le congeda, con la raccomandazione di essere puntuali per il Natale successivo.  E tutte le renne tornano nelle loro case, nella steppa, felici del lavoro svolto, e pronte a godere il calore della vita in famiglia con i loro piccoli, che le aspettano impazienti in compagnia dei loro papà.

 Dopo aver abbracciato cuccioli e papà renne, le mamme riprendono il loro lavoro quotidiano, mentre i papà tornano nella steppa a procurare il cibo che, insieme ai doni di Babbo Natale, permette loro di mantenere tranquillamente la famiglia.


Dopo undici mesi le renne salutano i loro piccoli, affidano ai Papà renne i loro cuccioli, raccomandano ai piccoli di essere obbedienti e affettuosi con i loro Papà, nascondono i regali per loro, bisbigliano a ciascuno dove sono quelli degli altri, per fare a tutti la sorpresa di scoprirli la notte dal 24 dicembre e si mettono in cammino per la casa di Babbo Natale.

L’anno di cui vi racconto, la mattina della partenza la renna Vasili, una delle preferite di Babbo Natale, ebbe un grosso problema: l’inverno era particolarmente rigido e al momento di abbracciare la sua famiglia si accorse che Papà renna  aveva un forte raffreddore e parecchia febbre. Lasciare la sua piccola con lui in queste condizioni  non era il caso, ma di rimandare la partenza non se ne parlava proprio: doveva essere puntuale, come sempre, per prendere il volo insieme alle altre renne per la notte del 24 dicembre. Così, senza esitare, coprì bene la sua piccola figlia, la mise in uno zainetto (“zainetto” si fa per dire, una renna anche da piccola è parecchio grande…), se la caricò sulle spalle e partì, lasciando papà renna alle cure della figlia più grande.
 

Il viaggio fu lungo, ma mamma e la sua figlioletta erano felici di stare insieme: Vasili raccontava a Valeri, questo è il nome della piccola, tante storie di viaggi attraverso il mondo e la piccola ascoltava con grande meraviglia le avventure della sua mamma. Quando arrivarono nella casa di Babbo Natale furono accolte con grande affetto da tutti, soprattutto dai folletti, che non avevano spesso la gioia di giocare con un cucciolo di renna.

Quando fu il momento di partire per la lunga nottata del 24 dicembre, né Vasili, né Santa Claus (altro nome di Babbo Natale) ebbero il cuore di lasciare la piccola, che entrò allegramente nel suo zainetto, si mise in un angolo caldino della slitta e si preparò alla lunga avventura.
Anche Babbo era ben contento di avere compagnia e Valeri era una piccola renna molto affettuosa e attenta, sempre allegra e sorridente.

Arrivato al primo camino Babbo prese il suo borsone e si apprestò a scendere. Ma sulla slitta faceva un gran freddo e non volle lasciare la piccola da sola al buio. Prese lo zainetto, se lo mise sulle spalle e lo portò con sé. Appena arrivati nel salotto, scaricarono i regali e li misero sotto l’albero. Mentre lavoravano comparve un grosso cane: era il padrone di casa. “Ciao, grosso cane!” disse la piccola. “Mi chiamo Valeri, sono un cucciolo di renna e sono felice di fare la tua conoscenza.” “ Buon Natale, Valeri. Mi chiamo Cagnone. Anch’io sono felice di conoscerti. Vieni, ti faccio fare un giro in casa. Vuoi un biscotto? Sono buonissimi, li fa la mia padrona per i suoi cuccioli”. Così, sempre chiacchierando, cane e renna andarono a spasso per la casa, mentre Babbo Natale metteva in bell’ordine i pacchetti sotto l’albero. Prima di andar via Valeri gli sussurrò poche parole all’orecchio:  “Non avresti un regalino anche per Cagnone? E’ bravissimo e se lo merita!”.  E lui la trovò un’ottima idea. Prese un pacchetto dal suo grosso sacco e lo mise sotto l’albero con scritto “per CAGNONE”. Non aveva mai pensato a lasciare qualche regalo per gli animali delle case che visitava.

Così di casa in casa. In una c’era un gatto.  “Ciao, micio. Mi chiamo Valeri, sono un cucciolo di renna… Sono felice di fare la tua conoscenza…” “Buon Natale, Valeri. Mi chiamo Pepe. Anch’io sono felice di conoscerti. Vieni, ti faccio fare un giro in casa. Vuoi un biscotto? Sono buonissimi, li fa la mia padrona per i suoi cuccioli”. 

In un’altra c’era un criceto. “Ciao piccolo criceto. Mi chiamo Valeri, sono un cucciolo di renna.. “



In una terza due pesci rossi. “Ciao, pesciolini. Mi chiamo Valeri, sono un cucciolo di renna… Sono felice di fare la vostra conoscenza…” “ Buon Natale, Valeri. Ci chiamiamo Rossetto, Giallino, Verdello e Variopinto. Anche noi siamo felici di conoscerti. Vuoi una fetta di torta? A noi danno solo qualche briciola, e possiamo dirti che è buonissima, la fa la nostra padrona per i suoi cuccioli.


In un’altra casa c’erano degli uccellini (qui, su consiglio di Valeri, lasciò un regalo più grande perché gli uccellini erano in gabbia, poverini…).


Il giro fu lungo, come al solito. Alla fine del giro per ogni animale Babbo aveva trovato un regalino in fondo al suo grande sacco. E alla fine della nottata Babbo Natale era stanco, come al solito, ma molto più contento: aveva reso felici molte più persone ( per lui anche gli animali domestici sono “persone”!).
Al ritorno alla sua casa riunì tutti, folletti e renne e dopo aver fatto come al solito la foto dell’anno, 


fece un discorso molto importante:  “ Stanotte, grazie a Valeri, ho scoperto che al mondo esistono tanti altri esseri di cui non avevo tenuto conto in questi numerosi anni, e sono gli animali domestici. Si prendono cura dei loro padroni, ciascuno a modo suo e secondo le sue possibilità. Da ora in poi, cari folletti, dovrete preparare molti regali in più, almeno uno per ogni animale domestico. Se vi occorrerà aiuto chiamerò più folletti a lavorare qui con voi.

Quanto a Vasili propongo di farle un’ovazione per aver cresciuto una piccola renna così brava e sensibile e soprattutto per aver saputo conciliare un lavoro così difficile con le esigenze della sua famiglia. Le devo molto. E la nomino Renna dell’Anno.”




La tradizione vuole che la casa di Babbo si trovi a Korvatunturi, un paesino nell’estremo nord della Finlandia, vicino al Circolo Polare Artico. Chiedete ai grandi dove si trova e se volete altre informazioni guardate su internet, all’indirizzo  http://car51.altervista.org/car51_Korvatunturi.html




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