martedì 22 novembre 2011

La Vecchina e la Pentola di Terracotta

Liguria
Molto molto tempo fa in un paesino della Liguria viveva una vecchina. Era sola, non aveva parenti o amici, né un cane o un gatto, nemmeno un pappagallo o un canarino. Divideva la sua vecchia casa con una pentola di terracotta, una di quelle che fabbricano nei dintorni del suo paesino vicino a Genova. L’aveva sempre utilizzata con molto amore, riempiendola solo di cose buone e lavandola sempre con molta cura dopo l’uso, La pentola ricambiava le sue attenzioni cucinando sempre cibi squisiti e standole vicina quando si sentiva sola. Era il suo modo di volerle bene.



 Un triste giorno la vecchina si accorse di non avere più niente da mangiare. Lo disse alla sua amica pentola di terracotta con molta tristezza. “Mi dispiace pentolina cara, ma non abbiamo più nulla da cucinare. Ti metterò sullo scaffale più alto della mia credenza. Non posso fare altro per te.



“ Ma io non voglio assolutamente finire i miei giorni così giovane e in cima ad un armadio. E che ne sarà della mia vecchina se l’abbandono adesso?” Pensato e fatto. La pentola di terracotta scese dallo scaffale più alto della credenza, Infilò la porta e andò a cercare fortuna nei dintorni.
Non molto lontano dalla sua casa vide una donna chinata in un campo di pomodori. Li coglieva accuratamente uno per uno e li metteva in un fazzoletto. La pentola si mise per terra vicino a lei e se ne stette lì tranquilla.
 “Guarda che bel recipiente pulito! Ci metterò dentro i miei pomodori.” E cominciò a fare come aveva detto. Quando la pentola pensò che ce ne fossero abbastanza, piano piano, senza farsi notare, se ne andò e tornò alla casa della vecchina. Quando questa si accorse dei pomodori ne fu felice. 



Ne fece una salsa squisita che diede in parte alla sua vicina che coltivava carote e in parte a un altro vicino che aveva una mucca. La prima le diede tante carote e il secondo del latte per la colazione.
Ma dopo un po’ di tempo, quando le carote, il latte e i pomodori furono finiti, la vecchina e la sua pentola si ritrovarono al punto di partenza: . “Mi dispiace pentolina cara, ma non abbiamo più nulla da cucinare o da mangiare. Ti metterò sullo scaffale più alto della mia credenza. Non posso fare altro per te.”
“ Ma io non voglio assolutamente finire i miei giorni così giovane e in cima ad un armadio. E che ne sarà della mia vecchina se l’abbandono adesso?” Pensato e fatto. La pentola di terracotta scese dallo scaffale più alto della credenza, Infilò la porta e andò a cercare fortuna nei dintorni.
Questa volta la pentola si diresse nella direzione opposta. Non lontano da lì c’era un orto grande e molto ben curato. Nell’orto c’era un contadino che stava raccogliendo delle belle verdure. La pentola si mise per terra vicino a lui e se ne stette lì tranquilla.
Il contadino la vide e disse: “Guarda che bel recipiente pulito! Ci metterò dentro le mie verdure”. Quando la pentola pensò che ce ne fossero abbastanza, piano piano si allontanò e tornò alla casa della vecchina.


Figuratevi la gioia! Con quella verdura ne ebbero per un bel po’ di tempo: la vecchina tagliò la verdura, fece una bella minestra, tante patatine, una bella insalata con pomodori e rapanelli e tante altre cosine buone. Con tutto quel ben di Dio ne ebbero per parecchi  giorni.
Ma anche quel ben di Dio finì e…  “Mi dispiace pentolina cara, ma non abbiamo più nulla da cucinare o da mangiare. Ti metterò sullo scaffale più alto della mia credenza. Non posso fare altro per te.”
Indovinate cosa…  La pentola, ancora prima di essere messa sullo scaffale alto della credenza infilò la porta e si diresse da una parte diversa da quella delle altre volte. Non trovò nessuno che raccoglieva pomodori  o verdure e stava per tornare sconsolata a casa quando vide un uomo con fare sospetto che stava scavando una buca in un campo. Si avvicinò incuriosita e si accorse che l’uomo voleva sotterrare un gruzzolo di monete d’oro. Come le altre volte si avvicinò e si mise tranquilla lì vicino.

“Guarda che bel recipiente pulito! Ci metterò dentro le mie monete. Così non si sporcheranno e nessuno le troverà.”
Mise tutte le monete (che non erano poche) nella pentola. Scavò ancora un po’, poi si dimenticò di seppellire la pentola e se ne andò allegramente.
La pentola se ne stette un po’ ferma. Poi, quando fu ben sicura che l’uomo se ne era andato, piano piano si allontanò, e tornò a casa.

Quando la vecchina la vide tornare fu ben contenta e si preparò a cucinare altri piattini squisiti. Ma quale fu la sua sorpresa quando vide le monete d’oro! 



 Ne prese una e andò subito al piccolo negozio di alimentari del paese, comprò tante cose buone e detto fatto tornò al suo vecchio lavoro.


 E la sua dispensa si riempì di nuovo di tanti cibi appetitosi.




La donna dei pomodori da quel giorno ebbe sempre tanti frutti nel suo giardino, anche fuori stagione. Il contadino da quel giorno lavorò la metà di prima e raccolse il doppio di verdure. Il ladro non ritrovò mai le sue monete, ma fu un bene perché, quando andò la polizia a cercarlo, non trovò nessuna prova del furto né in casa né nel giardino e lo lasciò tranquillo. A lui venne una gran paura e giurò di non rubare mai più niente. Quanto ai vicini, ebbero carote in abbondanza l’una, e tanto latte da aprire una latteria, l’altro.


Le monete durarono per molto tempo, abbastanza per la vecchina e per la sua pentola di terracotta, che vissero felici e contente tanti tanti anni ancora.


In paese tutti si domandano ancora oggi come tutte queste belle cose siano successe in così breve tempo. Ma solo voi e io sappiamo che è stata la Pentola di Terracotta. 











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