martedì 22 novembre 2011

Cane


Storia vera

Venerdì sera, tornando a casa ero veramente stanca. Ambrogio, il mio capo, ha parcheggiato la macchina proprio davanti a casa ed io mi apprestavo a caricarmi di sacchetti del supermercato per entrare: come al solito ho dato un’occhiata in giro e vicino ad un gruppetto di persone che parlavano ho notato un cane marrone, abbastanza grande, che girovagava. Era un labrador.

Quando mi ha visto ha attraversato la strada e, a rischio di farsi investire da una macchina che passava, è venuto a farmi le feste. Ci sono abituata, credo che i cani sappiano chi li ama e chi no, e spesso incontro cani che mi fanno le feste anche senza conoscermi: abbiamo un “feeling”. Ma questo aveva qualcosa di strano, si guardava intorno, andava a sniffare tutte le macchine parcheggiate, correva di qua e di là senza meta. Ho capito che si era perso.



Quando mi sono mossa per entrare a casa, il cane mi ha seguito, è entrato nel giardino e poi, quando ho aperto la porta di casa è entrato ed è andato diretto in cucina. Gli ho messo subito una ciotola perché bevesse, se aveva sete, e ho cominciato ad osservarlo. Ambrogio lo ha accolto molto bene, era anzi preoccupato per lui. Naturalmente ho subito telefonato ai Carabinieri, ma i cani non sono di loro competenza e mi hanno detto di chiamare i vigili. “Se ci porta qui il cane, mi hanno detto, dobbiamo trasferirlo al canile e quello più vicino le assicuro che non è un posto piacevole…”

L’unica soluzione era ospitare il mio nuovo amico in attesa di  tempi migliori.



Così gli ho preparato un bel piatto di pasta con la carne, che ha mangiato con gusto, gli ho spiegato che per quella sera non potevo fare altro per lui e che stesse tranquillo, che l’indomani avremmo cercato e trovato il suo padrone. Poi ci siamo messi a guardare la TV. Più tardi è tornata dal lavoro anche Anna, mia figlia, e il cane le è andato incontro e le ha fatto un sacco di feste: a momenti le saltava in braccio! Le ha leccato tutta la faccia, mordicchiato le mani e le ha dimostrato tutta la sua simpatia. Devo dire che anche lei ama molto i cani. Si è subito preoccupata perché non sapeva come chiamarlo, ma indovinare il suo nome era un’impresa troppo complicata: io lo chiamavo “Cane” e lui rispondeva e obbediva molto bene. 

Dopo una breve passeggiata ho spiegato a Cane che era ora di andare a dormire. Lui si è messo in un punto strategico ai piedi della scala, si è sdraiato quasi per spiegarmi che aveva capito e che potevo andare a dormire tranquilla anch’io.



L’indomani mattina sono andata dai vigili. Sono stati molto contenti che avessi ritrovato Cane la cui scomparsa era stata segnalata: si era spaventato per un forte tuono ed era scappato di corsa da casa sua. “La sua padrona è una signora anziana che si dispera di averlo perso, e lo sta cercando dappertutto…” mi hanno dato il suo indirizzo e l’ho riportato a casa sua, con gran dispiacere: era così affettuoso che me lo sarei tenuto volentieri.

Domenica mattina la sua padrona è venuta a portarmi un vaso di bellissimi fiori per ringraziarmi. C’era naturalmente anche Cane che mi ha fatto molte feste.

  
Ah! Dimenticavo di dirvi che è una femmina e che si chiama Ortensia. E i fiori che la padrona di Cane mi ha portato erano ortensie.    

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