Molto tempo
prima che tutti noi venissimo al mondo vivevano in un paese lontano una
scimmietta e una zebra. Erano amiche da sempre e nessuna delle due si ricordava
quando la loro amicizia era nata.
La zebra e
la scimmietta giocavano sempre insieme.
Quando la
zebra voleva fare una galoppata nella pianura la scimmietta le saltava in
groppa e insieme correvano a perdifiato. Quando la scimmietta voleva
arrampicarsi sugli alberi e saltare da un ramo all’altro, la zebra guardava in
su e le diceva: "Ti vedo! Sei vicino al casco di banane"
oppure: "Ti
vedo, sei vicino a quel grande fiore bianco…"
La
scimmietta portava alla zebra i frutti degli alberi più alti, che la zebra non
avrebbe potuto raggiungere e la zebra era sempre pronta a portare la scimmietta
dove voleva, anche molto lontano.
Gli altri
animali della foresta scuotevano la testa: non poteva durare un’amicizia del
genere, la scimmietta e la zebra erano troppo diverse, ciascuna aveva le sue
abitudini. Le altre zebre dicevano: "Cosa vai a fare con quell’animale, non
vedi che ha quattro mani e neanche un po’ di criniera?..." Le altre scimmie
dicevano: "Cosa vai a fare con quella zebra, non vedi che non ha neanche una
mano e che non può arrampicarsi sugli alberi?"
La loro
amicizia non privava le due della loro libertà: in una vera amicizia è molto
importante che ciascuno mantenga i suoi spazi.
Alla zebra piaceva molto l’erba della pianura e pur sapendo che era
pericoloso, perché c’era sempre il leone in agguato, andava spesso a fare le
sue galoppate e laute merende. La scimmietta da parte sua adorava saltare da un
albero all’altro, da una liana all’altra, le piacevano i manghi maturi e le
banane e passava molto tempo in cima agli alberi.
E la zebra e
la scimmietta continuavano ad essere vere amiche, a dispetto di tutto e di
tutti.
Un giorno
che la zebra stava brucando tranquillamente l’erba fresca, il leone la vide,
sola in mezzo al prato e decise di farne il suo pranzo. Si appostò nei cespugli
in attesa del momento propizio per slanciarsi fuori e sbranare l’incauta
zebra.
Ma la scimmietta vide dalla cima del suo albero la scena: non esitò un attimo e gridando e gesticolando tentò di avvertire la zebra. Questa si accorse del pericolo, ma il leone è troppo veloce e lei sapeva che avrebbe perso: si vedeva già fra le sue fauci.
Ma la scimmietta vide dalla cima del suo albero la scena: non esitò un attimo e gridando e gesticolando tentò di avvertire la zebra. Questa si accorse del pericolo, ma il leone è troppo veloce e lei sapeva che avrebbe perso: si vedeva già fra le sue fauci.
Allora la
scimmietta si precipitò giù dall’albero e saltando da una liana all’altra passò
e ripassò sotto il naso del leone che si distrasse cercando di levarsela di
torno.
La zebra
ebbe così il tempo di fuggire. L’aveva scampata bella, grazie alla sua amica
che aveva rischiato la vita per salvarla.
Da quel
giorno le zebre cominciarono a pensare che in fondo anche se le scimmie non
hanno la criniera non è poi così grave e le scimmie furono molto orgogliose di
sapere che se volevano potevano essere molto utili, anche grazie alle loro
quattro mani. E tutte vissero meglio, essendosi accorte che potevano contare le
une sulle altre nel momento del pericolo.
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