martedì 22 novembre 2011

Anna e il Principe



La nostra storia comincia in due luoghi diversi, ma entrambi bellissimi: lo stagno di Santa Caterina e le saline di Carloforte. Siamo in quella terra meravigliosa che si chiama Sardegna.

Nello stagno di Santa Caterina viveva un bellissimo fenicottero. I suoi genitori l’avevano chiamato Efisio, ma lui si faceva chiamare “Principe”. E’ vero che era bellissimo, ma si dava tante di quelle arie che nessuno lo poteva più vedere. Si pavoneggiava nello stagno dalla mattina alla sera, quando camminava sulle lunghe zampe faceva attenzione a fare dei passi perfetti mettendo una zampa davanti all’altra e tirando le punte come una ballerina. Era poi convinto che in posizione di riposo, con la zampa alzata e piegata, era il più bel fenicottero dell’universo.


Quando diventò adulto, sempre più tronfio e pieno di sé, e venne il momento di trovare una compagna, il problema si pose in modo drammatico: tutte le fenicottere lo trovavano bellissimo, facevano a gara per farsi vedere a spasso con lui nello stagno o gli si avvicinavano quando era in volo per farsi fotografare dai turisti di passaggio appostati sulle rive. Ma a creare una famiglia con lui non ci pensavano proprio: lungi da loro l’idea di dare un simile padre alla loro discendenza!...

Anche nelle saline di Carloforte c’è una colonia di fenicotteri. Erano tutti una grande famiglia ed erano molto uniti. Anticamente passavano la loro estate in Liguria, nella zona di Pegli, ma con i cambiamenti climatici e l’urbanizzazione di questo secolo avevano preso l’abitudine di fermarsi nell’isola di Carloforte.

In questa colonia viveva Anna, una fenicottera come le altre, ma molto sveglia e intelligente. Gli altri fenicotteri avevano preso l’abitudine, quando avevano un problema, di chiedere consiglio a lei: Anna accoglieva tutti con grande gentilezza, sempre sorridente, dava i suoi consigli senza mai far pesare la sua grande capacità e le sue conoscenze. La sua fama era arrivata fino allo stagno di Santa Caterina e i genitori di Efisio, disperati di vederselo sempre intorno e senza famiglia, si recarono da Anna per chiedere consiglio. Lei li accolse con molta cordialità, si fece spiegare bene la situazione e chiese qualche giorno per riflettere: una simile situazione non le era mai capitata.

Qualche giorno dopo i fenicotteri di Santa Caterina si alzarono in volo: erano tutti d’accordo e quando sorvolarono le saline di Carloforte si confusero con i volatili di quella colonia, anche loro d’accordo con Anna, e senza che se ne accorgesse Efisio si trovò in mezzo a loro e fu costretto ad ammarare nella loro zona. 


Lì nessuno lo conosceva e i carlofortini fecero finta di non vederlo nemmeno. Se lui si avvicinava ad un gruppo loro volavano via. Se tentava di farsi ascoltare, facevano finta di non capire la sua lingua, se tentava di alzarsi in volo per tornare a casa sua gli altri uccelli gli facevano tanta confusione intorno che non trovava la direzione giusta. Efisio dovette anche abituarsi a pescare per procurarsi il cibo, cosa che non aveva mai fatto fino ad allora. Un giorno, inesperto com’era, tentò di “pescare” addirittura un tonnetto che, niente affatto d’accordo per diventare la sua cena, gli dimostrò chiaramente il suo dissenso addentandogli la zampa che di solito piegava sotto di sé. La zampa gli rimase un po’ storta da quel momento ed Efisio cominciò a rendersi conto che non era poi così bello e che doveva imparare a convivere con gli altri e ad adattarsi alla quotidianità. Quanto ad Anna, tutto sommato Efisio lo trovò bello davvero e vederlo così in difficoltà le faceva pena: ma aveva preso un impegno con i genitori del Principe e lo portò a termine. Solo quando lui venne da lei e le chiese umilmente come doveva fare a tornare a casa, ormai rinsavito dalle sue manie di grandezza, il suo compito era finito.


Anna riaccompagnò Efisio nel suo Stagno. E qualche giorno dopo Efisio tornò a Carloforte per chiederle se voleva diventare la mamma dei suoi futuri piccoli. Anna accettò, anche se non era abitudine del suo stormo creare famiglie con estranei. E da allora le cose vanno benissimo: Efisio, quando si sente qualche velleità di arie, guarda la sua zampa rimasta un po’ storta e si rimette sulla dritta via. Tutti i fenicotteri, sia quelli dello stagno che quelli della salina, quando vedono i propri cuccioli darsi un po’ di arie, raccontano loro la storia del Principe e tutto rientra nella norma.

Le foto che avete visto in queste pagine vengono tutte dai luoghi di cui abbiamo parlato e dalla zona di Cagliari e di Carbonia. Se volete vedere i fenicotteri come li ho visti io, andate in Sardegna: nuovi amici vi aspettano per farvi vedere questa e tante altre bellezze di quest’isola da sogno.

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