lunedì 14 novembre 2011

Aurora e il crisantemo (Giappone)


Giappone


Questo racconto viene da molto lontano, dal Giappone di tanti tanti anni fa.
In una casetta in riva al mare viveva una bambina di nome Luce-Prima-dell’Alba, che tradotto in italiano corrisponde ad Aurora. Con lei c’era la mamma, che le voleva molto bene naturalmente, tanto da colmare il vuoto lasciato dal papà. Lui era un grande guerriero ed era sempre lontano da casa in missione.



La casina di Aurora non era molto grande, ma la mamma se ne prendeva sempre cura con molto amore. E davanti alla finestra c’era sempre una piantina con un fiore per salutare il papà ogni volta che tornava a casa. Aurora sentiva la sua mancanza, ma sapeva che era molto importante che lui stesse sempre di guardia a scrutare il mare per difendere il suo paese in caso di attacco di eventuali nemici.




Mamma e figlia vivevano sempre allegre ed erano protette dalla fata-madrina del focolare, che si prendeva cura di loro quando ne avevano bisogno. Vicino alla piantina sul davanzale c’era sempre una ciotolina piena di biscotti o di frutti per la fata-madrina, che apprezzava queste attenzioni e non faceva mai mancare la serenità e l’allegria nella casetta.



Ma un giorno la mamma di Aurora si ammalò. La bambina naturalmente la curava e seguiva scrupolosamente le indicazioni del dottore, che le aveva prescritto le medicine adatte a risolvere il problema. Malgrado le attenzioni e le cure, la mamma non migliorava, anzi stava sempre più male e mamma e figlia cominciarono a pensare al peggio. La bimba pensò di chiamare il padre, ma era piccola e non sapeva ancora scrivere né aveva l’indirizzo della sua guarnigione. Pensò quindi di ricorrere alla fata madrina e si appostò vicino alla ciotolina per vederla e parlarle.
Non dovette aspettare a lungo. Presto la sua protettrice arrivò: “Conosco il tuo problema, Aurora. Purtroppo non posso fare molto per voi. Ma per la vostra gentilezza, per tutte le cose buone che mi avete lasciato sul davanzale in questi anni, per i tuoi sorrisi e la tua gioia, voglio farti un regalo. La tua mamma guarirà. Vedi la piantina che avete sul bordo della finestra? Ebbene lei vivrà per tanti anni quanti sono i petali del fiore”.
La piantina era lì. Aurora la guardò attentamente e vide che aveva cinque petali. “Ma sono pochissimi!” si disse. Come fare? Le venne un’idea: corse a prendere la scatola dove la mamma conservava i fili per cucire, prese la forbicina, poi prese la piantina e con infinita cura e attenzione si mise a tagliare i petali a striscioline lasciandoli attaccati al cuore del fiore. Passò tutta la notte sveglia a lavorare e la mattina, quando la casa si illuminò con il primo raggio di sole, il fiore aveva tanti petali che non si riusciva a contarli.


La mamma aprì gli occhi, fece un largo sorriso, si alzò dal letto e andò a preparare la colazione come aveva fatto per tutta la vita, prima di ammalarsi. Aurora capì che la mamma era guarita e che aveva davanti a sé tanti anni da godere.



Era nato il crisantemo, un fiore con tantissimi petali. Da allora è diventato il fiore nazionale del Giappone. E’ stato messo nello stemma imperiale e simboleggia pace, nobiltà e lunga vita. Adesso che conosciamo la storia di Aurora, non vediamo più il crisantemo come il fiore dei morti, ma come un buon auspicio per un futuro lungo e sereno.


















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