Giappone
Questo racconto viene da molto lontano, dal Giappone di
tanti tanti anni fa.
In una casetta in riva al mare viveva una bambina di nome
Luce-Prima-dell’Alba, che tradotto in italiano corrisponde ad Aurora. Con lei
c’era la mamma, che le voleva molto bene naturalmente, tanto da colmare il
vuoto lasciato dal papà. Lui era un grande guerriero ed era sempre lontano da
casa in missione.
La casina di Aurora non era molto grande, ma la mamma se ne
prendeva sempre cura con molto amore. E davanti alla finestra c’era sempre una
piantina con un fiore per salutare il papà ogni volta che tornava a casa.
Aurora sentiva la sua mancanza, ma sapeva che era molto importante che lui
stesse sempre di guardia a scrutare il mare per difendere il suo paese in caso
di attacco di eventuali nemici.
Mamma e figlia vivevano sempre allegre ed erano protette
dalla fata-madrina del focolare, che si prendeva cura di loro quando ne avevano
bisogno. Vicino alla piantina sul davanzale c’era sempre una ciotolina piena di
biscotti o di frutti per la fata-madrina, che apprezzava queste attenzioni e
non faceva mai mancare la serenità e l’allegria nella casetta.
Ma un giorno la mamma di Aurora si ammalò. La bambina
naturalmente la curava e seguiva scrupolosamente le indicazioni del dottore, che
le aveva prescritto le medicine adatte a risolvere il problema. Malgrado le
attenzioni e le cure, la mamma non migliorava, anzi stava sempre più male e
mamma e figlia cominciarono a pensare al peggio. La bimba pensò di chiamare il
padre, ma era piccola e non sapeva ancora scrivere né aveva l’indirizzo della
sua guarnigione. Pensò quindi di ricorrere alla fata madrina e si appostò
vicino alla ciotolina per vederla e parlarle.
Non dovette aspettare a lungo. Presto la sua protettrice
arrivò: “Conosco il tuo problema, Aurora. Purtroppo non posso fare molto per
voi. Ma per la vostra gentilezza, per tutte le cose buone che mi avete lasciato
sul davanzale in questi anni, per i tuoi sorrisi e la tua gioia, voglio farti
un regalo. La tua mamma guarirà. Vedi la piantina che avete sul bordo della
finestra? Ebbene lei vivrà per tanti anni quanti sono i petali del fiore”.
La piantina era lì. Aurora la guardò attentamente e vide che
aveva cinque petali. “Ma sono pochissimi!” si disse. Come fare? Le venne
un’idea: corse a prendere la scatola dove la mamma conservava i fili per
cucire, prese la forbicina, poi prese la piantina e con infinita cura e
attenzione si mise a tagliare i petali a striscioline lasciandoli attaccati al
cuore del fiore. Passò tutta la notte sveglia a lavorare e la mattina, quando
la casa si illuminò con il primo raggio di sole, il fiore aveva tanti petali
che non si riusciva a contarli.
La mamma aprì gli occhi, fece un largo sorriso, si alzò dal
letto e andò a preparare la colazione come aveva fatto per tutta la vita, prima
di ammalarsi. Aurora capì che la mamma era guarita e che aveva davanti a sé
tanti anni da godere.
Era nato il crisantemo, un fiore con tantissimi petali. Da
allora è diventato il fiore nazionale del Giappone. E’ stato messo nello stemma
imperiale e simboleggia pace, nobiltà e lunga vita. Adesso che conosciamo la
storia di Aurora, non vediamo più il crisantemo come il fiore dei morti, ma
come un buon auspicio per un futuro lungo e sereno.
Nessun commento:
Posta un commento